Abbiamo rinvenuto due registri: uno relativo al 1906 ed uno relativo al 1919, il primo è in cattive condizioni, mentre il secondo è ben conservato.
Nel registro del 1919 è possibile osservare come il 31 di dicembre si sia verificato un fatto “anomalo”: in occasione del passaggio dalla Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde alle Ferrovie dello Stato tutti coloro che sarebbero dovuti essere assunti nel gennaio del 1920 in realtà ebbero una fittizia retroassunzione al dicembre 1919, in modo da poter essere così trasferiti nei ranghi delle ferrovie dello stato.
In ciascuno dei registri è annotata, oltre alla genealogia dell’agente, la progressione di carriera, gli stipendi ed anche le cause di eventuale licenziamento.
Il welfare era del tutto assente, riportiamo qui un piccolissimo estratto di alcuni dei motivi più particolari di licenziamento, invitandovi ad esaminare i registri (appena sarà possibile) per scoprire tante altre curiosità e ricercare vostri antenati ferrovieri e a riflettere su quanto siano cambiati i tempi in materia di tutela del personale dipendente.
Ovviamente ho omesso i nomi dei dipendenti.
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Per superare questo periodo così difficile abbiamo deciso di pubblicare qualche informazione sugli oggetti che potrete (appena questo periodo sarà terminato) ammirare nel museo ferroviario.
Cominceremo con uno dei pezzi più pregiati, vale a dire
Il CTC di Chilivani
Questo Apparato, in opera dal Dicembre 1973 in un apposito fabbricato della Stazione di Chilivani, consentiva di telecomandare gli ACEI delle 14 stazioni intermedie, comprese fra Macomer e Olbia, su una linea di 130 Km, con la formazione degli itinerari di arrivo e di partenza dei treni in ciascuna di esse, ad eccezione di Macomer, Chilivani ed Olbia.
Tale operazione avveniva mediante appositi pulsanti di comando e la posizione dei treni sulla tratta, veniva rilevata dall’accensione dei circuiti di binario occupati dal treno durante la corsa.
Il tutto era visibile da un Operatore, denominato D.C.O. (dirigente centrale operativo), attraverso il Quadro Luminoso posto davanti ad esso.
Questo CTC è stato il primo in Italia ad entrare in servizio sulla rete delle FS, in una linea a semplice binario, ed il distanziamento dei treni, in un primo periodo, avveniva mediante un sistema di Blocco Elettrico Automatico ad inversione di senso, anche questo una novità.
Ha cessato di funzionare nel 2006, sostituito da un Apparato più moderno, che consente di seguire la circolazione di tutti i treni delle FS in Sardegna.
Detto in termini meno “ferroviari”:
Le rotaie sono in metallo, quindi se io suddivido la linea ferroviaria in spezzoni fra loro isolati e poi faccio circolare una corrente elettrica in ciascuna, basta che un pezzo di ferro, come un treno ad esempio, chiuda il circuito elettrico fra le due rotaie per consentirmi di sapere in quale degli spezzoni (sezioni di blocco) si trova il treno stesso. Semplice in teoria, ma in realtà costituì quasi una rivoluzione, il Dirigente Movimento si doveva “fidare” di quello che vedeva su un quadro luminoso senza poter mai vedere il treno circolare.
Ovviamente dietro al banco c’era la sala che conteneva tutti i relais elettromeccanici necessari e da lì partivano centinaia di chilometri di cavi di diverse dimensioni e diversi colori che dovevano giungere sino al più lontano apparato da controllare, poteva essere un semaforo, un passaggio a livello, un deviatoio e così via.
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Il Museo Ferroviario Sardo è stato allestito nel 1985, a seguito delle testimonianze di interesse manifestate dai numerosi visitatori della mostra retrospettiva allestita dalle Ferrovie dello Stato, nella Cittadella dei Musei di Cagliari nel 1984, per celebrare i 100 anni di ferrovie in Sardegna.
Lo scopo fu quello di fissare una doverosa testimonianza di archeologia industriale delle Ferrovie Reali Sarde e delle "Concesse" di assicurare nel tempo la conservazione di quanto sopravvissuto agli scempi incredibili che nel passato hanno portato fino alla rottamazione delle vecchie locomotive e di altri preziosi reperti.
Il museo raccoglie infatti più di 100 testimonianze sopravvissute all'inesorabile processo di sostituzione dei tempi che ripercorrono tutte le più importanti tappe della storia sarda delle ferrovie.
Il museo è ubicato all'interno della stazione di Cagliari, immediatamente accessibile dall'ingresso auto di via Sassari 24.
Nell'atrio della stazione di Cagliari è pure esposta la locomotiva a vapore D 744.003, l'unica sopravvissuta della serie, utilizzata per lungo tempo nei collegamenti Cagliari-Olbia.
Il museo è aperto a richiesta, con visita guidata per scuole e piccoli gruppi
Per prenotarsi telefonare ad uno dei seguenti numeri :
327 7191982 - 313 8093913 - 334 7165216
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