Quarto ed ultimo appuntamento dei quattro dedicati al tempo in ferrovia.
Oggi parleremo di una ricerca storica e di un vecchio orologio da taschino.
Tutto partì da un antico orologio di proprietà di un nostro socio, sua nonna sosteneva, quando era ancora in vita, che fosse un Roskopf (celebre marca di orologi da taschino) e che appartenesse a suo padre, ferroviere.
L’orologio era funzionante sino agli anni ‘70, poi il tempo ed un incidente domestico lo resero immobile e senza il vetro anteriore.
Ai tempi non c’era internet, quindi tutte le notizie erano assai difficili da reperire, di conseguenza per decenni la ricerca si fermò.
Facendo un salto sino al secondo decennio degli anni ‘2000 ecco che al museo ferroviario arrivò un magnifico orario ferroviario risalente al 1896, interessante non solo come orario vero e proprio, ma anche come raccolta di bellissime pubblicità d’epoca.
Sfogliandolo, alla pagina 120-121 saltò fuori una pubblicità di una gioielleria di Sassari (Deluchini e Margelli), che vendeva proprio quello stesso orologio chiamandolo “ferroviario regulador” unitamente ai prezzi per le diverse versioni.
Quello in possesso del nostro socio costava all’epoca la bellezza di 25 lire.
Rapida ricerca su internet ed ecco una prima conferma:
1) L' epoca è dei primi del 900, cassa in acciaio, scappamento a caviglie, il movimento monta già alcuni rubini, quindi un movimento non economico dell'epoca ma di fascia media per quella tipologia. Non è un vero Roskopf, ma uno dei tanti movimenti basati su quel tipo di scappamento, diciamo di concorrenza, probabilmente per il mercato spagnolo, almeno per quello che si legge dal quadrante/movimento "Regulador". (http://www.orologiko.it/forum/)
2) Si tratta di un bell'esemplare di orologio marca "Regulador D – G – 1ra (primera)", di tipo ferroviario, fornito di meccanismo Roskopf, con sistema di messa all’ora a poussette (pulsante a ore 11 da premere), databile alla fine dell'800. (http://web.tiscali.it/orologisardegna/)
Quindi sia il fatto che l’orologio fosse ferroviario, che si potesse chiamare Roskopf e che fosse di fine 800 era accertato.
Il resto della ricerca si focalizzò sul proprietario, di cui si sapevano le generalità, Stefano Bargone.
Al museo ferroviario sono conservati due registri della Compagnia Reale delle ferrovie sarde, uno risalente al 1896 e l’altro al 1919 (l’ultimo registro della Compagnia): contengono tutti i dati del personale in servizio con carriera, retribuzioni etc.
La ricerca, ovviamente va fatta a mano e ad occhio, visto che i dati furono riportati in ordine alfabetico per cognome e, per la stessa lettera, in ordine di assunzione con cancellazione e riscrittura in caso di promozioni o cambio qualifica.
La conferma venne dal registro più antico, il signor Stefano Bargone venne assunto dalla compagnia Reale in data 26 gennaio 1893 con la qualifica di “guardamerci telegrafista” e la paga di lire due (!) al giorno.
Perfettamente coerente con la data della pubblicità dell’orologeria di Sassari: l’orologio costò al sig. Bargone la paga di quasi due settimane di lavoro!
Vennero fatte ulteriori ricerche sia presso i discendenti del sig. Bargone che presso l’archivio storico dei dipendenti FS in cui sono conservate anche le schede di quei dipendenti che vennero trasferiti nel gennaio 1920 alle ferrovie dello Stato.
Il risultato è riassunto nella foto dello stato matricolare del sig. Bargone e nella foto del sig. Bargone stesso.
La ricerca è conclusa, con un po’ di fatica, molta pazienza e qualche preziosa amicizia che ringraziamo siamo riusciti a ricostruire tutta la storia di un oggetto ferroviario e del suo proprietario.
Speriamo che abbiate gradito queste quattro puntate sul tempo ferroviario, appena possibile vi aspettiamo al museo per mostrarvi tantissimi oggetti interessanti e per narrarvi la loro storia.
Il prossimo post sarà natalizio e, sicuramente, molto particolare.
Oseremo dire …. osé.
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